Evidenze cliniche recenti fanno pensare che la somministrazione di bifosfonati per via intravenosa possa inibire il carcinoma mammario, mentre la somministrazione orale ha ricevuto valutazioni limitate per quanto riguarda l'influenza su tale patologia.
L'associazione tra uso di bifosfonati orali e carcinoma mammario invasivo è stata esaminata in donne in post-menopausa arruolate nello studio WHI ( Women's Health Initiative )
Uno studio ha confrontato un modello pubblicato di predizione della frattura dell'anca che non incorporava la densità minerale ossea, con la densità minerale ossea totale in 10.418 partecipanti al WHI per le quali erano disponibili entrambe le misurazioni.
Delle 154.768 partecipanti, 2.816 facevano uso di bifosfonati orali all'arruolamento nello studio ( 90% Alendronato, 10% Etidronato ).
Poiché il punteggio di rischio di frattura dell'anca è risultato significativamente associato sia con densità minerale ossea ( P
In conclusione, l'utilizzo di bifosfonati orali è risultato associato a un’incidenza significativamente ridotta di tumore alla mammella invasivo, suggerendo un effetto di inibizione sul carcinoma mammario da parte dei bifosfonati. ( Xagena2010 )
Chlebowski RT et al, J Clin Oncol 2010; 28: 3582-3590
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